Una nostalgia mi è presa
di rivedere mia madre
i miei fratelli
la nostra casa fra i platani,
udire la voce
di chi mi è consanguineo.
Il resto è nulla.
I tramonti della mia terra valgono.
Il resto è nulla.
In tutto il resto io sono
ospite passeggero.
Nella mia casa
intorno alla stufa
la famiglia si raccoglie.
Ci guardiamo.
Siamo ben noi.
Mio padre, se anche,
come dicono,
è morto, la sua voce s’alza
dal nostro cuore.
Le strade del mio paese mi chiamano.
Il mare rotola sulla riva un’onda
che conosce i miei giochi.
Le strade
ancora, ancora
sono calde dei miei pensieri
della mia vita in loro amata.
Quanto nel cuore mi vivi, paese,
come sento battere le tue campane,
come il tuo cielo mi invade,
quanto la tua voce è la mia voce.
Qualsiasi cosa tu mi abbia fatto
eccomi a te di nuovo.
Nelle sere,
insieme al padre,
tra il gridìo viola di uccelli
nei platani aperti all’amore,
te aspettammo tramutarti
in eterna grazia.
Sei divenuto.

(La trascrizione è tratta dal volume "Asso di Picche *Veleno e amore Secondo", Arnoldo Mondadori Editore, 1974)

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